Io e i miei amici eravamo al parco, quando il piccolo Thomas venne e ci chiese che cosa fosse la Shoah. Un po’ stupito, gli domandai come facesse a conoscere quel termine e mi rispose che lo aveva sentito a scuola, ma non ne conosceva il significato. Allora io mi avvicinai, così che mi capisse meglio e gli spiegai ciò che la Shoah è stata. Gli dissi che vi è un giorno di memoria ogni anno, nel quale tutti vengono coinvolti e appellati per ricordare. -ricordare che cosa?-, mi interrogò Thommy con aria perplessa; ricordare tutte le persone che, a causa di una guerra insensata, sono morte per il proliferare di una ideologia razzista. Persone innocenti la cui colpa era stata quella di nascere. Lui mi guardò come se fossi un extraterrestre. Allora decisi di raccontargli la storia di Liliana Segre.

Gli dissi che questa donna era una bambina con genitori ebrei. In quegli stessi anni in Italia erano state promulgate le leggi razziali. Erano assurde, senza senso, discriminanti, UMILIANTI, pensate da una mente perversa, per fare del male a delle persone innocenti. Queste leggi erano state elaborate contro gli ebrei (e non solo, come si dimostrò negli anni), accusati della crisi economica europea. La gente ci credette e cominciò ad applicarle. Liliana smise di frequentare la scuola in cui era iscritta. le compagne non le rivolsero più la parola. Dovette cambiare istituto scolastico. Dopo poco la situazione peggiorò. Suo padre pensò di fuggire con lei all’estero, in Svizzera. Così fecero, ma a causa dell’INDIFFERENZA che le persone mostrarono verso di loro vennero arrestati, caricati su un treno come animali, senza acqua, né cibo, né un posto su cui sedersi o un posto per fare i propri bisogni. Un viaggio interminabile li portò in un campo di concentramento, dove vennero spogliati, rasati, privati del loro nome, separati per sempre ma soprattutto della propria DIGNITÀ. Le SS davano un piccolo pezzo di pane la sera, l’acqua scarseggiava. Tutti lavoravano da mattina a notte tarda, e dei ragazzi tedeschi che passavano da lì, gli sputavano addosso e deridendola e umiliandola. Ma lei come dichiara in un’ intervista,ebbe compassione di loro. Capì che a questi ragazzi era stato fatto il lavaggio del cervello inculcando la ideologia nazista, e non era totalmente colpa loro, ma di chi, invece, capiva e nonostante tutto continuava imperterrito a seguire un disegno e un progetto di sterminio e di morte. La signora Segre non si abbassò mai al loro stesso livello. Ecco cosa accade: quando si aprirono i cancelli, del campo in cui stava, e furono liberi e in un momento di confusione, vide una pistola sul terreno e pensò ad una vendetta, ma non le usò per uccidere chi le aveva fatto del male e scappò. Thommy mi guardava con aria incredula, come si poteva riuscire lontanamente a immaginare le atrocità commesse su degli UOMINI. Persone la cui colpa era stata quella di essere nate. Continuai dicendogli che ricordare serviva proprio a questo scopo: non ripetere, non essere indifferenti. Siamo tutti uguali e il colore della pelle, le idee politiche, la religione, l’orientamento sessuale non sono minimamente dei pretesti accettabili per violentare delle vite umane.

Omar Laze 3A

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