Bannare è un verbo a molti sconosciuto, prima d’ora anche da me. Significa punire un utente che non rispetta le regole del web.
È stato scelto, invece, proprio come titolo di uno spettacolo teatrale “Banna il bullo”, proposto e visualizzato virtualmente dalle classi prime e seconde della scuola.
Chiara Colombo, la sua regista e attrice, ha scelto come tema quello del bullismo; una tematica delicata, ma importante, che sempre più spesso viene trattata nelle scuole, siccome i ragazzi ne sono i principali soggetti.
I protagonisti dello spettacolo sono perciò due adolescenti, Eros e Giulio, e i rispettivi genitori. In verità ad ognuno dei due ne manca uno.
Giulio è un ragazzo tranquillo, che si fa i fatti suoi; prende lezioni di danza e gli piacerebbe fare il coreografo, ovvero colui che idea e dirige balletti e spettacoli di danza. Si è da poco trasferito in una nuova città, il che significa anche nuova scuola, nuovo ambiente e nuovi compagni, tra cui Eros, un ripetente dipendente dal cellulare, ma soprattutto il bullo della scuola, il quale prende di mira proprio lui.
Eros, come tutti i bulli, inizia a soprannominare il suo nuovo bersaglio, nel suo caso, “Giu Giu la ballerina”. Successivamente arriva ai colpi grossi: inizia rubandogli la bicicletta.
Dove abitava prima, Giulio aveva un vecchio amico, Andrea, che praticava danza con lui. Sono rimasti in contatto anche dopo il trasferimento: Andrea lo consola, gli dà consigli e gli ribadisce anche la gravità della sua situazione.
Giulio, avendo ancora una mente non del tutto matura, non aveva ancora parlato del bullo con la madre, come del resto fanno la maggior parte dei ragazzi, la quale, però, dopo un po’, inizia ad avere dei sospetti sugli strani comportamenti del figlio.
Ad un certo punto, però, la situazione inizia a precipitare: la vittima viene picchiata da Eros e dalla sua cattiva compagnia.
Intanto i genitori dei due ragazzi litigano: la madre di Giulio, impersonata da Chiara Colombo, dopo essere venuta a sapere della situazione del figlio, incontra il padre del ragazzaccio e si mette a discutere, in un dialogo ricco di accuse e insulti.
Il padre, all’oscuro di tutto ciò, rimprovera il figlio e lo porta a scusarsi. L’altro ragazzo, spinto dalla sete di vendetta e soprattutto con il supporto dell’amico Andrea, riprende Eros con i lacrimoni agli occhi e pubblica il video.
Dopodiché il bullo, per vendicarsi, pubblica sui social una diffamazione sull’ex scuola di danza di Giulio, utilizzando il profilo del ragazzo. Quest’ultimo viene accusato del brutto gesto anche da Andrea, che rompe con lui l’amicizia.
Entrambe i ragazzi continuano ad alzare l’asticella finche arriva lo scontro decisivo: una rissa che viene denunciata alla polizia e i due finiscono inevitabilmente in carcere.
È questo che porta il bullismo: nulla di buono!
Nella realtà i due protagonisti subiranno pene simili ma non uguali: Eros ha compiuto tanti atti illegali ed ha fatto soffrire delle persone, di conseguenza la sua pena sarebbe stata di maggiore peso; infatti avrebbe dovuto scontare 13 anni di carcere.
Giulio, pur essendo la vittima in questo episodio, ha la colpa di aver mal reagito: si è infatti abbassato ai livelli di Eros e la sua pena corrisponde a 2 anni di carcere.
Alla fine della ripresa è presente una parte che spiega le modalità di esprimere il bullismo, che sono tre:
- bullismo diretto o fisico: più semplicemente, picchiare, fare del male con le mani.
- bullismo verbale: sono gli insulti, che possono ferire molto le persone.
- bullismo indiretto: forse è più noto come cyberbullismo e viene praticato tramite social-media e possono essere insulti, oltraggio.
In Italia c’è anche una legge che tutela le vittime di cyberbullismo.
Inoltre vorrei aggiungere una mia riflessione: secondo me il bullismo è il bisogno di una persona impaurita di sottomettere gli altri a sé, per sentirsi forte, temuto e invulnerabile a quello che lui stesso pratica.
Da questo episodio si possono trarre degli insegnamenti: per esempio un grave errore per le vittime di bullismo è non parlare di ciò che gli sta accadendo con un adulto di riferimento; oppure che non bisogna abbassarsi al livello del bullo: in questo caso anche la vittima entra nel torto. Inoltre, sottinteso, ma non inutile ribadirlo, è che non si deve mai praticare bullismo!
Ma in ogni caso chi pratica bullismo è sempre nel torto.