Sono Martina della 3B e in questo articolo vorrei parlarvi di un cibo tipico di una regione a me molto cara: la Sicilia.

Questa magnifica regione ha da offrirci, oltre che a meravigliose viste paesaggistiche, anche un’immenso ricettario di prelibatezze tipiche, ,ma la pietanza di cui vi vorrei parlare è l’arancino o arancina.

Come prima cosa cerchiamo di capire quale delle due opzioni è giusta…la risposta è…entrambe! Infatti l’uso di queste parole dipende dalle zone in cui ci si trova; per esempio a Catania viene chiamato arancino mentre a Palermo  arancina, a Siracusa 50 e 50. Anche la stessa accademia della crusca ha fatto chiarezza sull’argomento: la terminologia del tutto corretta sarebbe al femminile (quindi arancina), questo perchè  questa preparazione richiama all’arancia.

Ma non vi ho neancora detto di cosa si tratta, anche se penso che tutti voi lo conosciate. L’arancino è una palla o un cono di riso impanato e fritto, farcito con ragù, piselli e formaggio (caciocavallo o fontina).

Ci tengo a raccontarvi anche l’interessante storia dell’arancino: l’arancino si pensa che sia stato importato dagli arabi che erano soliti mangiare riso e zafferano condito con erbe e carne. L’invenzione della panatura viene spesso fatta risalire alla corte di Federico II, quando si cercava un modo per portare con sé le pietanze durante i viaggi. La panatura, infatti, assicurava un’ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità.

L’arancino più diffuso è quello che vi ho descritto prima con carne e formaggio, ma ne esistono moltissime altre tipologie come ad esempio quello al burro (con prosciutto, mozzarella e a volte besciamella) o quello agli spinaci,per poi arrivare a delle versioni più particolari come quello alla norma, chiamato anche alla catanese (con melanzane) oppure quello al pistacchio di Bronte. Altre ricette ancora potrebbero richiedere funghi, gorgonzola, gamberetti, pollo, frutti di mare, pesto…

Dell’arancino esistono anche alcune versioni dolci con cacao, cioccolato o crema di gianduia.

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