Come ogni anno, anche lo scorso ottobre si è tenuta la prima riunione dei rappresentanti di classe. Durante questi incontri, organizzati con la partecipazione della preside e della professoressa Colombo, i rappresentanti degli alunni delle varie classi espongono diverse idee costruttive per migliorare la nostra scuola.

 Nella riunione iniziale di quest’anno è stato proposto di acquistare un pesce rosso per ogni classe: un’iniziativa interessante con lo scopo di testare e sviluppare il nostro senso di responsabilità. Inizialmente io, come i miei compagni, ero entusiasta, ma dopo poco ho pensato che l’ambiente più adatto alla vita dei pesci non era la boccia…

Ho condotto, così, una piccola ricerca e sono venuta a conoscenza che biologi, animalisti e persone informate protestano contro l’abitudine di tenere questi piccoli animali in spazi così ristretti.

Queste esternazioni non sono infondate, le ragioni più rilevanti sono le seguenti:

•la forma tonda della boccia costringe l’animale a girare in cerchio e deforma la sua visione dell’ambiente
esterno, creando stress e danni fisici che lo portano alla morte in pochi mesi; in pratica il povero pesce è
continuamente disorientato e “impazzisce”, soffrendo molto per quei pochi mesi che riesce a vivere.
•Le bocce sono troppo piccole: il volume d’acqua è insufficiente per il pesce.
• La quantità di superficie d’acqua a contatto con l’aria è troppo limitata e non consente il corretto
assorbimento dell’ossigeno e l’allontanamento dell’anidride carbonica emessa dai pesci.
• Un dispositivo di filtraggio è indispensabile per non creare danni alla salute dei pesci:
cambiare l’acqua non è sufficiente nel momento in cui non se ne possiede uno e inoltre quest’ultima operazione è causa di stress e malattie per l’animale.

Dunque la mia “denuncia ” è stata ben accolta dalle classi e io credo che già solo questo gesto di rinuncia all’animale dimostri non solo grande senso di responsabilità ma anche maturità.

Sveva Comi, classe 3 D

 

 

 

 

 

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