Abbiamo praticato entrambe ginnastica artistica e sotto certi aspetti è stata un’esperienza traumatica. Sin da bambine, per esempio, ci è stato detto dai nostri istruttori di non indossare alcun indumento sotto il body. Una bambina di 7/8 anni non mette in dubbio il regolamento del proprio sport perché è ancora dotata dell’innocenza tipica dell’infanzia. Ma una volta che si cresce (nel caso si continua a praticare la ginnastica), ci si accorge di alcune regole che possono influire negativamente sullo stato d’animo delle atlete perché possono creare disagio, imbarazzo o vergogna. Basta pensare che a molte atlete viene consigliato di utilizzare degli spray collanti per far aderire il body alla pelle, perché nello sport lo spostamento del body durante la competizione è penalità. Non è raro che questa “regola” crei imbarazzo nelle atlete. Questo accade soprattutto quando si entra in età adolescenziale perché il corpo inizia a cambiare e crescendo, ognuno ha più bisogno di privacy.

Foto via Pinterest

Non solo le ginnaste sono costrette ad avere un abbigliamento succinto: anche in altri sport come il beach volley e beach handball c’è lo stesso trattamento. Poco tempo fa la squadra femminile di beach handball norvegese è stata multata per un abbigliamento “inopportuno” dalla commissione disciplinare della Federazione europea di pallamano. L’abbigliamento in questione erano dei pantaloncini al posto del bikini previsto dal regolamento.

Alla base di questo problema c’è la visione del corpo femminile come un oggetto in mano all’uomo. Infatti, la società usa il corpo della donna come se fosse un prodotto destinato al consumo e questa è una forma di sessualizzazione, ossia un fenomeno che si verifica quando un individuo viene considerato solo come un oggetto sessuale e viene costantemente valutato per le sue caratteristiche fisiche. 

Non è giusto che alle atlete venga imposto un certo tipo di abbigliamento e di certo è una forma di discriminazione che invece gli atleti uomini non siano oggetto di queste dinamiche.

Siamo convinte che il talento di una persona non dovrebbe essere giudicato dall’ aspetto fisico. Soprattutto quando si parla di sport, si dovrebbero valutare solo le capacità e la bravura.

Flora e Lara

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