Benvenuti e benvenute al primo episodio della rubrica Volontari all’opera! in cui parliamo di alcune associazioni di volontariato del territorio.

Abbiamo ospitato in redazione “Un Atomo di Ossigeno”, che è un’associazione che si occupa di aiutare i bambini meno fortunati di noi che sono privati di alcuni loro diritti, come quello allo studio o quello al gioco. 

Se volete andare a scoprire meglio cos’è il volontariato, ne abbiamo parlato qui.

Ma ora vi lasciamo alle domande che abbiamo fatto alla presidente, ovvero Anna:

  1. Com’è nata l’associazione? 

È nata nel 2021 a Nibionno in memoria di mio figlio Davide che si interessava molto ai temi della scuola e dell’inclusione, per questo abbiamo deciso di creare un’associazione basata sul suo pensiero.

  1. Dove e come aiutate i bambini?

Principalmente andiamo a trovarli in due case-famiglia: “Cascina Cantalupo” a Monza e “Comunità La Bussola” di Merate dove vivono mamme e bambini vittime di abusi famigliari e violenza domestica. L’associazione si dedica anche a bambini e ragazzi affetti da malattie molto gravi. In tutte queste situazioni cerchiamo di aiutare le persone ad avere una nuova vita che sia tranquilla e felice, lasciandosi alle spalle il loro brusco passato.

  1. Ricevete molte donazioni durante l’anno?

Sì, abbastanza; anche se ne servirebbero molte di più per aiutare tutti i bambini che ogni anno richiedono il nostro aiuto. Per ora, grazie ai tanti paesi e comunità che ci aiutano, riusciamo a sostenere tutte le spese.

  1. Cosa portate principalmente ai bambini? Qual è la loro reazione?

Portiamo loro soprattutto materiale scolastico per permettere ai ragazzi e ai bambini di affrontare la scuola al meglio, ma anche indumenti, cibo e nel periodo di Natale ad ognuno portiamo un regalo.

Carlotta e Greta durante l’intervista
  1. Che emozioni e sentimenti provate ogni volta che andate a incontrare questi bambini?

Proviamo emozioni diverse. Infatti siamo contenti di vederli e di sapere che ora stanno bene. Tuttavia sapere come sarebbe la loro vita al di fuori di quelle strutture, ossia più felice e libera, ci rende tristi.

  1. Dov’è la vostra sede principale?

 Si trova a Nibionno. Ci ritroviamo in casa mia o nella sala civica del comune di Nibionno che ci offre una buona ospitalità

  1. Ci sono tanti volontari che sostengono l’associazione?

Attualmente ci sono circa 40 soci all’interno che pagano annualmente una quota, ma quelli effettivamente operativi, ovvero coloro che vengono nelle case-famiglia, sono circa una decina.

  1. Come ricavate il guadagno per comprare qualche materiale?

Tramite il comune di Nibionno, con il 5×1000 o tramite i mercatini che organizziamo nelle piazze dei vari comuni sotto Natale.

  1. Quali sono i progetti realizzati più importanti e i vostri progetti futuri?

Nel 2024 abbiamo realizzato un progetto con l’ospedale “Comitato Maria Letizia Verga” di Monza. Abbiamo aiutato bambini con malattie oncoematologiche e abbiamo portato del materiale scolastico in sacche per le scuole ospedaliere all’interno di questa struttura.

  1. Quali sono le difficoltà che si riscontrano aprendo un’associazione di volontariato?

Sicuramente una delle principali difficoltà è l’aspetto burocratico, cioè essere in regola e gestire tutte le spese, inoltre dal punto di vista personale nei momenti difficili è complesso avere la determinazione di andare avanti.

  1. Perché uno inizia a fare il volontario?

Quando inizi a fare il volontario è perché si sente dentro una scintilla di gioia e speranza che ti fa credere che ci sia ancora qualcuno nel mondo che pensa ad aiutare gli altri.  

  1. Come essere utili agli altri? 

Aiutando le madri, perché senza aiutare loro, non potremo mai aiutare i bambini e i ragazzi. È molto difficile iniziare ad aiutare gli altri, specialmente se arrivano da situazioni molto complicate.

  1. Ti è mai capitato di avere dei momenti in cui volevi mollare?

Sì. Una volta una mamma doveva uscire da una comunità e stava per entrare in una casa in affitto. Purtroppo all’ultimo momento il padrone di casa, notando che la donna proveniva da una comunità, ha annullato il contratto di affitto. In un’altra volta ho visto due fratellini essere separati sia dalla mamma che tra di loro. In questi momenti ti senti come se il tuo lavoro sia quasi inutile, anche se non è così.

Carlotta, Anna e Greta
  1. Quali sono i momenti dove ti senti più felice?

Quando banalmente un bambino ci sorride, ci abbraccia, questi sono i motivi che ci danno la carica che ci fa andare avanti.

  1. Qual è lo sport che vi sta più a cuore?

Karatè, perché è uno sport molto inclusivo: non ci sono differenze di genere, se ci sono delle disabilità o delle difficoltà non importa, si può praticare lo stesso.

  1. Come si approcciano le persone del territorio con il volontariato?

Purtroppo c’è ancora un po’ di indifferenza tra la gente, ma noi accogliamo e ringraziamo sempre tutte le persone che vogliono donare alle associazioni.

  1. Qual è la differenza tra un bambino che aiutate e uno che non ha dovuto affrontare particolari difficoltà?

Le differenze sono che un bambino che affronta le difficoltà non si fida degli adulti, poiché i suoi genitori non sono stati in grado di crescerlo in modo adeguato.

Greta e Carlotta 

Un pensiero su “Volontari all’opera! Ep. 1 – Un Atomo di Ossigeno”

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