Serata cyberbullismo del 19/03/2018
Lunedì 19 marzo, presso il cineteatro San Giovanni Bosco di Costa Masnaga, ha avuto luogo un incontro – promosso dal nostro Istituto Comprensivo – con la Polizia di Stato sul tema del cyberbullismo e sui rischi legati al web. La serata si è aperta con l’intervento della Dirigente Scolastica dell’Istituto Dott.ssa Chiara Giraudo che ha »
Lunedì 19 marzo, presso il cineteatro San Giovanni Bosco di Costa Masnaga, ha avuto luogo un incontro – promosso dal nostro Istituto Comprensivo – con la Polizia di Stato sul tema del cyberbullismo e sui rischi legati al web.
La serata si è aperta con l’intervento della Dirigente Scolastica dell’Istituto Dott.ssa Chiara Giraudo che ha messo in luce come l’educazione all’uso degli strumenti della nuova tecnologia sia ormai un compito grandissimo di cui la scuola deve farsi carico. La Dott.ssa Luisa Bono – psicologa dell’Istituto – ha poi ricordato i progetti che già da tempo vengono messi in atto nelle nostre scuole per contribuire a questa educazione: il progetto “Porcospini” destinato agli studenti di classi IV e V della primaria e il progetto “Whatsapp” rivolto ai ragazzi di I media.
Quindi ha preso parola il Sovraintendente Capo della Questura di Lecco Pietro Aiello che ha condotto l’incontro presentando agli ascoltatori diversi aspetti legati al bullismo, al cyberbullismo e al web.
Il punto di partenza è stato definire cosa si intenda con il termine “bullismo”, ovvero l’uso di prepotenza (fisica o meno) con intenzionalità e ripetizione nel tempo. Il Sovraintendente ha da subito sottolineato alcuni aspetti importanti legati al fenomeno. In primis che tutti abbiamo un ruolo all’interno delle dinamiche di bullismo: ai ragazzi è chiesto di intervenire, di parlare con gli adulti, di imparare a fare gruppo; agli adulti – genitori o insegnanti che siano – è chiesto di sorvegliare, di avere uno sguardo attento ed un ascolto attivo nei confronti dei ragazzi e di aiutarli nella costruzione di un gruppo consapevole e positivo. C’è poi bisogno di stare vicini alle vittime, ma anche ai bulli. Il ragazzo che si comporta da bullo, per primo, non sta bene, non ha chiaro cosa sia il concetto di amicizia e conosce solo la via della prepotenza per affermare sé stesso. Le strategie di difesa che il Sovraintendente Aiello ha suggerito agli ascoltatori (ma anche ai ragazzi durante gli incontri che tiene all’interno delle scuole), sono innanzitutto il dialogo con gli adulti di riferimento e il fare gruppo con gli amici.
Il discorso si è quindi concentrato maggiormente sul mondo del web e sono stati presentati i reati più frequenti legati ad esso, tra cui la produzione, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, l’adescamento di minore, l’estorsione, la diffamazione, gli atti persecutori e la sostituzione di persona. Il Sovraintendente Aiello ha raccontato alcune vicende realmente accadute, mettendo in luce le dinamiche dei reati, i comportamenti messi in atto dai protagonisti delle vicende e le conseguenze che ne sono derivate. Si è reso evidente alla platea come i genitori non possano esimersi dal controllare le attività online dei propri figli in quanto saranno loro, in qualità di tutori legali (nonché titolari delle schede SIM dei cellulari dei propri ragazzi), a rispondere di fronte alla legge. L’altro messaggio forte poi è stato quello che i ragazzi utilizzano i social media nel modo in cui li vedono utilizzare a noi adulti; ed ecco che il senso del pudore si è abbassato notevolmente ed è nato nei ragazzi il bisogno di condividere tutto ciò che fanno, dove vanno, cosa mangiano.
Quali accortezze tenere quindi per proteggersi dai pericoli del web? Ecco una breve lista di accorgimenti da mettere in atto:
- Non dare mai informazioni personali a chi non si conosce (indirizzo di casa, numero di telefono, password, ma anche informazioni sulle proprie abitudini);
- Scambiarsi le password dei cellulari solo tra genitori e figli;
- Cambiare le proprie password (anche quella del w-fi) con frequenza;
- Se si viene involontariamente in possesso di foto o filmati illegali cancellarli;
- Di fronte a tentativi di estorsione online, non pagare mai ma segnarsi l’url da cui si è ricevuta la richiesta di denaro e rivolgersi alla questura;
- Accettare le richieste di amicizia sui social solo dopo aver verificato che i profili siano autentici.
L’incontro si è concluso ribadendo ai genitori che l’esempio per i ragazzi sono proprio loro, che è importante intervenire, senza difendere a spada tratta i propri figli, ma interessandosi a loro, a cosa fanno a scuola e a come stanno.