Ultima modifica: 28 Maggio 2018
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Gita scolastica a Salisburgo

Gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di Costa Masnaga hanno fatto un viaggio di istruzione in Austria, dal 9 al 12 maggio. Di seguito le loro riflessioni.   Mi ero alzato presto, come tutti e mi ero vestito con molta tranquillità e felicità. Questa felicità era dovuta al fatto che sarei stato quattro    »

Gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di Costa Masnaga hanno fatto un viaggio di istruzione in Austria, dal 9 al 12 maggio.
Di seguito le loro riflessioni.

 

Mi ero alzato presto, come tutti e mi ero vestito con molta tranquillità e felicità.
Questa felicità era dovuta al fatto che sarei stato quattro giorni con i miei amici, senza la mia famiglia o la scuola che mi opprimessero.
La felicità è poi scomparsa in pullman, quando mi sono accorto che sarebbero state tante lunghe ore di viaggio.
Il viaggio è stato un po’ lungo anche con i vari giochi, le varie canzoni e la compagnia.
L’unico momento di vero sfogo è stato a Innsbruck, dove abbiamo visitato negozi e ci siamo sgranchiti le gambe.
Gli altri momenti all’aria aperta erano gli autogrill, ma non sono proprio posti, come le città, in cui puoi andare in giro liberamente per negozi.
Il vero momento nel quale mi sono divertito veramente era in hotel, a cena e in stanza.
A cena, ci siamo divertiti insieme a un pasto sostanzioso di cui avevamo proprio bisogno per tornare in forze!
Dopo cena ci siamo divertiti nelle stanze, io con i miei quattro compagni, anche se non abbiamo potuto vedere la finale di coppa Italia.
Abbiamo parlato di cose fino a notte fonda, poi siamo andati a dormire.
Credo che il viaggio sia il giusto prezzo da pagare per una bella vacanza, ma solo se lo si fa in buona compagnia.
Poi ci siamo divertiti anche nei giorni seguenti, ma ne parleranno i miei compagni dal loro punto di vista.
Simone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il secondo giorno della gita scolastica è stato dedicato alla visita di Salisburgo.
Dall’albergo in cui soggiornavamo abbiamo impiegato circa venti minuti con il pullman per raggiungere la città.
A prima vista notiamo da una parte la moderna università, dall’altro l’antico castello di Salisburgo situato su una collina.
In attesa della guida abbiamo passeggiato vicino all’università, poi divisi in due gruppi (classi A e B e classi C e D) abbiamo visitato il centro storico della città.
Salisburgo è stata fondata dagli antichi romani; successivamente, i monaci hanno fondato un monastero.
Nella storia di Salisburgo ha avuto una grande importanza la Chiesa: la città ebbe un arcivescovado, il che vuol dire che l’arcivescovo comandava su tutta la città.
Salisburgo, come dice il nome, è importante soprattutto per il sale, infatti il fiume che lo attraversava (Salzach) venne chiamato anche “fiume del sale” per i grandi trasporti di sale dalle miniere della città.
Salisburgo è famosa anche per le varie architetture che racchiude; molte di queste sono in stile barocco italiano e sono per esempio le numerose e grandi piazze che la città ospita, il duomo e varie costruzioni nella città. Ogni via ed ogni piazza erano dedicate ad un diverso ceto sociale.
Salisburgo è molto famosa anche perché ha dato i natali al compositore Wolfgang Amadeus Mozart, a cui sono dedicate due piazze (una, più precisamente, a Papageno, un personaggio della sua opera Il Flauto Magico). Del noto musicista abbiamo visto un famoso dolce tipico locale e la sua vecchia casa. Queste sono le nozioni che la nostra guida ha condiviso con noi.
Dopo aver visto il centro storico di Salisburgo, ci siamo divisi in gruppetti ancora più piccoli e siamo andati a consumare il pranzo in diversi locali.
Terminato il nostro pasto, abbiamo preso la funicolare e siamo andati al castello di Salisburgo; questo troneggia su un’alta collina che domina tutta la città, la vista era spettacolare, specialmente da una torretta, da cui si potevano vedere i dintorni a 360°. Oltre alla città, si potevano vedere perfettamente anche le campagne austriache.
La visita del castello è stata molto interessante, tranne che per le lunghe scale a chiocciola, che facevano venire il mal di testa o dolori alle gambe. Abbiamo potuto vedere, grazie alle miniature, lo sviluppo del castello e i quadri degli arcivescovi; abbiamo potuto osservare gli strumenti di tortura ma anche il toro di Salisburgo (un organo) e la torretta con la sua fantastica visione di tutta la città.
Finita la visita al castello, abbiamo preso la funivia, siamo scesi e siamo andati a visitare un cimitero vicino con le sue catacombe, quindi siamo tornati per le viuzze della città e non sono mancate le foto di gruppo e i momenti di shopping.
Purtroppo la giornata era già finita e siamo tornati in hotel dove abbiamo cenato, stanchi, ma soddisfatti.
Salisburgo mi è piaciuta per il suo centro storico, ma anche per l’organizzazione che ho trovato nella città, per la bellezza delle piazze e delle vie. Ci tornerei volentieri perché l’ho trovata piacevole e interessante.
Gabriele

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì 11 Maggio, ormai da due giorni in Austria, noi ragazzi di terza media, insieme ai professori e agli accompagnatori, siamo andati a visitare le miniere di sale di Hallein, una città al confine tra Austria e Germania.
Già da prima della partenza eravamo tutti emozionati perché sapevamo e immaginavamo le attività che ci avrebbero aspettato quella mattinata, ma viverli sulla propria pelle è stata un’esperienza a dir poco emozionante.
Così, venerdì mattina ci siamo alzati di buon ora per iniziare la nostra avventura: siamo usciti dalle nostre camere per fare colazione e subito dopo siamo saliti sul pullman; dopo circa una mezz’ora di viaggio il momento tanto atteso era arrivato.
Le classi sono state divise in due e io ero nel primo gruppo, cioè sarei entrata nelle miniera tra i primi.
Nella sala d’attesa in cui abbiamo aspettato, i responsabili ci hanno consegnato le divise e, con la mantella bianca con il cappuccio a punta e i pantaloni larghi, fingevamo di essere i sette nani che andavano a lavorare in miniera.
Appena la guida ci comunicò che la nostra entrata in miniera sarebbe stata fatta con il trenino, sulle nostre facce sono comparsi degli enormi sorrisi e dopo una foto di gruppo, eravamo pronti a partire.
Più entravamo nella miniera, più il paesaggio si faceva buio e affascinante: sotto di noi il terreno era umido, mentre ai lati c’era sale luccicante.
Scesi dal trenino e arrivati nel primo locale sottoterra, la guida ci ha raccontato la storia delle miniere di sale: la miniera, risalente a circa 2500 anni fa, è stata scoperta e utilizzata per prima dai Celti, fino ad arrivare ad essere di proprietà del principe Wolf Diedrich Von Raitenau, il suo sovrano più importante.
Egli fece costruire il duomo, la residenza estiva e il castello Mirabell di Salisburgo, ma, quando iniziò a commerciare tutto il sale delle miniera tenendo i guadagni solo per sé e sfruttando i lavoratori, venne incarcerato, dove, dopo cinque anni di prigionia, morì.
E’ proprio grazie al sale che la splendida città che abbiamo visitato si chiama Salisburgo.
Subito dopo ci siamo avventurati nella parte che per tutti noi è stata la migliore della mattinata e sicuramente la più divertente: per arrivare in profondità siamo scesi tramite degli scivoli lunghissimi che ci hanno accompagnato alla parte centrale della miniera, dove il nostro viaggio si è trasformato in un viaggio nel tempo.
L’impressione era proprio quella infatti perché sui lati della miniera si potevano osservare vecchie foto, antichi filmati e oggetti, ricostruzione di minatori ed esempi di lampade utilizzate durante la vita della miniera.
In questo spettacolare museo, tutto era come una volta, tranne noi, esploratori che stavano vivendo un momento emozionante grazie a chi, nel passato, si diede da fare per scavare gallerie e cunicoli.
Poco dopo abbiamo attraversato sotto terra il confine con la Germania e, arrivati vicino a una lago salato, siamo saliti su una barca per attraversarlo.
Questa è stata la parte che ho preferito perché non mi sembrava più di essere in una miniera di sale, bensì in mezzo a tantissime stelle che scintillavano come diamanti.
Infatti intorno a me c’era tantissimo sale che, con il riflesso dell’acqua, aveva un effetto spettacolare e che grazie anche a degli specchi sui lati, mostrava il lato più magico e incantevole della miniera.
Scesi dalla barca, quasi al termine del nostro viaggio, abbiamo visitato vari locali.
Alcuni contenevano delle ricostruzioni di minatori, altri invece dei filmati che mostravano il principe e il suo servo che dialogavano, parlando di alcune informazioni riguardanti la miniera o la città di Salisburgo.
In un altro locale abbiamo potuto assaggiare la salamoia, mentre in un altro ancora c’erano tante varietà di sale, come quello appena estratto, quello lavorato e quello pronto all’uso.
La visita era ormai terminata, perciò siamo saliti sulle scale mobili e di nuovo sul trenino che ci ha accompagnato all’uscita. Ci è dispiaciuto un po’ lasciare questo posto incantevole e misterioso, ma sono sicura che un bellissimo ricordo emozionante ci rimarrà sempre nel cuore.
Alice

 

 

 

Dopo aver visitato le miniere di sale, ci siamo diretti verso Mauthausen, cioè verso il campo di concentramento più duro dell’Austria che è stato costruito nel 1938 con la struttura di una fortezza per poter durare nei secoli.
Questo campo è situato in cima a una collina, per questo tutte le persone che abitavano in paese non potevano non sapere quello che succedeva, perché vedevano tutti i movimenti nel campo, ma rimanevano indifferenti.
La nostra guida ci ha portati a visitare alcune zone del campo.
I primi luoghi che abbiamo visto sono la piscina e il campo da calcio che venivano utilizzati dalle guardie tedesche per divertirsi: alcune volte le persone del paese andavano ad assistere alle partite.
Un po’ di anni dopo il campo da calcio venne trasformato dai russi e dagli americani in un cimitero e ora sono rimaste solo le mura.
Abbiamo proseguito la nostra visita verso la cava di pietra dove i deportati erano costretti a lavorare; per raggiungerla si passava da una scala di pietra chiamata scala della morte.
I deportati dovevano percorrere quella scala portando massi di granito che potevano pesare 40kg e la maggior parte delle volte morivano durante il trasporto.
Dopo aver visitato la parte esterna, siamo entrati nel campo e sulla destra abbiamo subito visto il muro del pianto, dove i prigionieri venivano spogliati di tutto e soprattutto della loro dignità.
Vicino al muro c’erano le docce dove venivano condotti i deportati dopo averli sottratti delle loro vesti.
In quest’ultime i deportati venivano rasati, depilati e costretti a lavarsi in una piccola stanza insieme a tutti gli altri uomini.
La doccia non era molto gradevole, infatti le guardie regolavano l’acqua a loro piacere, molto calda o molto fredda e i prigionieri non potevano spostarsi dal getto dell’acqua altrimenti venivano picchiati.
Nel cortile erano presenti le baracche dove dormivano i soldati e i deportati.
Le baracche erano, però, divise in due parti:
• parte A dove dormivano le guardie
• parte B dove dormivano i deportati
Nel campo esisteva l’infermeria, ma era solo per le SS e per i deportati più importanti.
Altri luoghi importanti sono la prigione, la camera a gas e i forni crematori.
La camera a gas è una stanza che veniva usata per uccidere le persone.
Quello che succedeva al suo interno era un segreto perché le SS non ne parlavano e quelli che entravano non uscivano più.
Il luogo che mi ha colpita di più è la camera dei nomi.
In questa si possono leggere più di 80.000 nomi delle persone morte ed è presente uno spazio nero dedicato alle 20.000 persone morte a Mauthausen di cui non si conosceva l’identità.
Le sensazioni che ho provato durante la visita sono state molto forti.
Alcuni miei compagni si sono emozionati nel vedere questo luogo di tortura, mentre io avevo i brividi soprattutto quando eravamo nelle docce.
Questa visita nel campo di concentramento di Mauthausen è stata un’esperienza molto istruttiva e indimenticabile.
Quando ho varcato il portone d’entrata mi sono sentita molto più fortunata di quelle persone che venivano imprigionate senza motivo:
io ero in quel campo vestita in modo adeguato, con del cibo e dell’acqua, ma soprattutto con una dignità che quelle persone avevano perso a causa dei nazisti.
Aurora

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabato 12 maggio, dopo aver passato tre giorni in Austria con la scuola, ci siamo avviati verso un paesino del Trentino Alto Adige, Vipiteno.
Trascorse sei ore di viaggio finalmente ci siamo fermati per pranzare nel centro della città, ognuno con il suo gruppetto.
La pausa è stata molto breve e, finito di mangiare, ci siamo incamminati per visitare questa località.
Ascoltando gli abitanti del posto che conversavano tra loro, ci siamo subito resi conto che, pur avendo già passato il confine, la lingua maggiormente parlata rimaneva il tedesco.
Non siamo riusciti a vedere tutto ciò che ci eravamo preposti per mancanza di tempo, ma a colpo d’occhio, mi ha fatto proprio una bella impressione.
Passeggiando per la cittadina, che è considerata uno dei borghi più belli d’Italia, abbiamo notato la pulizia delle strade e l’organizzazione delle stesse con piste ciclabili per l’uso quotidiano dei suoi abitanti.
Prima di ritornare ai pullman abbiamo attraversato la via principale, con una visuale tipica dei paesi di montagna, ossia i monti sullo sfondo, una chiesa con un alto campanile in pietra e delle semplici casette di vario colore.
Raggiunta la postazione del pullman, ci siamo resi conto che la nostra vacanza era purtroppo giunta a termine.
Durante il viaggio di ritorno eravamo tutti molto stanchi, ma non abbiamo rinunciato a ridere e giocare insieme.
È stata un’esperienza indimenticabile e ringrazio ancora coloro che l’hanno resa possibile.
Mariachiara




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